• 19/07/2022
  • Soluzioni SAS
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L’importanza di guardare oltre

“Il mondo dell’infortunistica mi era completamente sconosciuto. Mi sono fidato e affidato a degli esperti di questo settore e, a distanza di due anni e mezzo, il mio caso si è risolto nel migliore dei modi. Non solo per il risarcimento ottenuto, ma anche per il mio stato di salute. Pur con qualche piccola limitazione, oggi posso dire di stare bene”. A dirlo è Marco, nome di fantasia, rimasto vittima di un infortunio sul lavoro sul finire del 2019. Con voce stentorea, ci racconta la sua storia e l’incontro, avvenuto quasi per caso, con l’infortunistica Soluzioni di Altavilla Vicentina.

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Cronaca dell’infortunio

“Lavoro nell’ufficio di un’azienda conciaria, ma mi sposto spesso nell’area produttiva per raccogliere dati ed effettuare controlli. È tutto ben delimitato in quella zona. Ci sono le corsie per il transito dei carrelli elevatori e quelle dedicate ai pedoni. Quel giorno ho guardato prima a sinistra, per vedere se stesse sopraggiungendo qualcuno, e poi a destra, ma non ho fatto a tempo a volgere lo sguardo che un muletto mi ha investito – riferisce Marco –. Sono stato colpito alla gamba sinistra. Di fatto ho subito la frattura di tibia e perone, e un’importante lesione alla caviglia che ha rischiato di provocare la necrosi del piede. Ho dovuto sottopormi a due interventi chirurgici, che mi hanno costretto in ospedale per 40 giorni, e a una cinquantina di trattamenti in camera iperbarica. Tutto sommato, però, mi sentivo bene perché non ho mai provato dolore”.

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Il consiglio giusto al momento giusto

Progressivamente è iniziata la fase di riabilitazione. Cinque lunghi mesi di fisioterapia, in un periodo caratterizzato dalle restrizioni del Covid-19, ma che hanno portato a un buon recupero.

“Non ho difficoltà a camminare, ma certe cose non le posso più fare – spiega Marco –. Per esempio, camminare in montagna, che è sempre stata la mia passione. Devo prestare molta attenzione sui terreni scoscesi o irregolari”.

Marco è potuto tornare al lavoro circa undici mesi dopo l’infortunio. Mesi in cui, oltre alle cure, è cominciato tutto l’iter risarcitorio.

“Data la gravità dell’incidente, un’amica di famiglia ci ha consigliato di rivolgerci a una persona qualificata che potesse tutelarmi. Ci ha fatto il nome di Carlo Quipotti e così mia moglie si è messa in contatto con lui. È subito venuto a farmi visita in ospedale e lì mi ha illustrato come avviene la gestione di un infortunio sul lavoro. Tutte cose che non conoscevo: mi si è aperto un mondo”.

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Il plus: l’assistenza legale

L’agenzia si è messa subito al lavoro. Ancor prima dell’Inail che, a causa del rallentamento provocato dal Covid-19, ha convocato Marco per la prima visita medica dopo oltre sei mesi. Ma dovrà passare quasi un anno e qualche altro controllo prima che l’ente si pronunci. Ciò che Marco ottiene è un punteggio di invalidità del 10% e il rimborso delle spese sanitarie sostenute.

Nel frattempo, l’infortunistica vicentina prosegue per la sua strada, anzitutto puntando a chiarire l’esatta dinamica dell’infortunio, che lo Spisal aveva definito poco chiara, poi chiedendo il danno differenziale.

Grazie alla rete di collaboratori di cui si avvale, mette in campo l’assistenza legale per una più puntuale analisi del caso.

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L’elemento che ha fatto la differenza: una dichiarazione

La svolta è arrivata grazie alla testimonianza di un collega che ha messo su carta com’erano andate le cose il giorno dell’incidente.

Ciò ha permesso di riconoscere che il conducente del carrello elevatore era parzialmente uscito dalla corsia a lui riservata, invadendo quella in cui si trovava Marco, purtroppo senza notarlo.

“Parallelamente sono stato visitato da un medico legale che mi ha riconosciuto un’invalidità notevolmente superiore, intorno al 30% – aggiunge Marco –. Anche la controparte della compagnia assicurativa ha voluto vedermi, assegnandomi però un punteggio inferiore”.

“La dichiarazione e la rivalutazione del punteggio di invalidità hanno consentito, dopo oltre due anni, di ottenere un risarcimento di diverse migliaia di euro, evitando di avviare una causa civile – conclude Marco –. Sono grato a Carlo e ai suoi collaboratori non solo o tanto per la cifra, ma per la professionalità dimostrata. Mi hanno sempre tenuto informato dei vari passaggi. Ma più ancora ringrazio di stare bene. I risvolti a livello fisico potevano essere ben peggiori”.

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