• 27/01/2023
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Cosa significa danno biologico

Danno biologico. Molti di voi ne avranno sentito parlare o a seguito di un incidente stradale o per via di un infortunio sul lavoro. Ma è davvero chiaro di che cosa si tratta?

Cominciamo col dire che riguarda la vita di una persona, come ci ricorda l’etimo greco “bios”. Infatti consiste in una lesione all’integrità psicofisica di un soggetto che si presenta in forma temporanea o permanente. Di fatto, va ad incidere sulla quotidianità e sulle relazioni sociali della vittima. Per questo rientra tra i danni di natura non patrimoniale.

Per andare più nello specifico, sono esempi di danno biologico:

  • il cambiamento dell’aspetto esteriore;
  • l’incapacità di svolgere un lavoro;
  • la difficoltà a relazionarsi con gli altri;
  • un trauma a livello psichico;
  • la perdita della capacità sessuale.

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Le principali definizioni di danno biologico

Il concetto di danno biologico ha conosciuto diverse modifiche nel corso dei decenni. Oggi ci si rifà, di norma, alle definizioni fornite dal Codice delle assicurazioni private e dall’Inail.

Il primo spiega il danno biologico come “la lesione temporanea o permanente all’integrità psico-fisica della persona, suscettibile di accertamento medico-legale, che esplica un’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato, indipendentemente da eventuali ripercussioni sulla sua capacità di produrre reddito”.

L’Inail, invece, la descrive come “una prestazione economica non soggetta a tassazione Irpef riconosciuta per gli infortuni (sul lavoro, ndr) verificatisi dal 25 luglio 2000 e per le malattie professionali denunciate dal 25 luglio 2000, per i quali è accertato un grado di menomazione dell’integrità psicofisica compreso tra il 6% ed il 15%”.

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Come si calcola il danno biologico

La liquidazione del danno biologico risponde a criteri diversi a seconda che si tratti di un incidente stradale o di un infortunio sul lavoro, di lesioni lievi o gravi.

  • Le lesioni micropermanenti (lievi) sono quelle che non superano i nove punti di invalidità e il calcolo del risarcimento si basa su criteri stabiliti dal legislatore.
  • Per danni di entità più seria (lesioni macropermanenti) si ricorre, invece, alle tabelle elaborate dai tribunali. Le più note e quelle maggiormente in uso sono le cosiddette “tabelle di Milano”.

Queste ultime sono oramai considerate un parametro di riferimento a livello nazionale perché garantiscono una maggiore uniformità di giudizio ed equità di trattamento di fronte a casi simili.

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Il danno biologico da lavoro: il ruolo dell’Inail

Il danno biologico derivante da infortuni sul lavoro è trattato dall’Inail, l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, e si basa su tabelle proprie.

La prestazione è erogata in una unica soluzione e tiene conto dell’età, del genere e del grado di menomazione accertato. Nello specifico:

  • per un’invalidità inferiore al 6%, non è previsto alcun ristoro (si parla di franchigia);
  • per le menomazioni pari o superiori al 6% e inferiori al 16%, l’indennizzo è erogato in capitale;
  • per le menomazioni di grado pari o superiore al 16%, l’indennizzo è erogato come rendita.

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Il risarcimento in caso di morte

Anche la morte può configurarsi come fonte di danno biologico, ma il risarcimento può avvenire solo a determinate condizioni. In particolare deve intercorrere un certo lasso di tempo tra le lesioni subite dalla persona e la sua scomparsa. In una situazione di questo genere, il risarcimento del danno biologico andrà a ristorare l’inabilità temporanea che si è creata nel periodo in cui il soggetto leso è rimasto in vita.

“Quello del danno biologico è un argomento estremamente delicato, perciò è indicato mettersi in mani fidate – commenta Carlo Quipotti dell’agenzia infortunistica Soluzioni ad Altavilla Vicentina –. Grazie a un team specializzato, fatto di un’attenta assistenza medico-legale, possiamo provare se il danno biologico, e quindi il grado di invalidità, è permanente o temporaneo e procedere alla più equa quantificazione del risarcimento”.

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