• 18/10/2022
  • Soluzioni SAS
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Quando le vittime sono anche i familiari

Un infortunio sul lavoro o un incidente stradale possono arrecare danni non solo alle persone direttamente coinvolte, ma anche a quelle più prossime. Ci riferiamo ai familiari.

Vi sono casi, infatti, in cui le lesioni riportate dalle vittime dirette sono così serie e, soprattutto, permanenti da ripercuotersi sulle abitudini di vita del nucleo familiare o, ancora, sono tali da innescare una profonda sofferenza morale nei suoi componenti.

Non tutti sanno, forse, che anche i parenti di un soggetto cosiddetto “macroleso”, in quanto vittime secondarie, hanno diritto a chiedere il risarcimento per danno riflesso.

Va sottolineato subito, tuttavia, che questa materia è estremamente complessa e ogni caso va giudicato a sé. Vi sono state situazioni, infatti, in cui i tribunali hanno riconosciuto altri tipi di danno o ribaltato sentenze.

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Le peculiarità del danno riflesso

Una persona che subisce un grave incidente può non essere più in grado di svolgere le normali attività quotidiane e, in particolare, non riuscire a eseguirle in maniera autonoma. Ciò ha inevitabili ripercussioni sulla vita dei congiunti più stretti. Può trattarsi di un genitore o del coniuge, del convivente o di un figlio, di un fratello o di una sorella.

Persone che, da un giorno all’altro, si ritrovano a vivere un dolore molto forte e, in certi casi, a dover assistere la vittima o, addirittura, a sviluppare essi stessi una malattia quale conseguenza.

Il danno riflesso si colloca, in un certo qual modo, a cavallo tra il danno morale, esistenziale e biologico.

Per stabilire se possa essere oggetto di risarcimento, vengono presi in esame vari parametri, tra cui:

  • il rapporto di parentela tra la vittima e il congiunto;
  • l’età di ciascuno di essi;
  • la composizione del nucleo familiare entro un certo grado.

Si passa successivamente alla quantificazione del danno, basata sulle tabelle del Tribunale di Milano riguardanti il danno non patrimoniale.

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Altri tipi di danno

La morte di un figlio provoca sicuramente un dolore forte, qualunque ne sia la causa. Se all’origine vi è un incidente stradale o sul lavoro, i genitori possono richiedere il danno parentale.

A fare la differenza sull’entità dell’importo è l’età della vittima: più era giovane, più il risarcimento sarà importante. Contano, però, anche altri fattori come:

  • il grado di parentela con i congiunti superstiti;
  • l’età di questi ultimi;
  • l’eventuale convivenza sotto lo stesso tetto.

Se parliamo, più in generale, di persone venute a mancare in un sinistro stradale, i familiari possono fare domanda di “Risarcimento Incidente Stradale Mortale”, tramite il Fondo di garanzia per le vittime della strada. Tale riconoscimento spetta solo se si dimostra che la vittima forniva supporto economico alla famiglia. Non sono presi in considerazione gli eventuali danni psicologici e morali derivanti da un evento così tragico.

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A chi rivolgersi per il risarcimento danni

“Spiegando in poche parole le specificità di ciascuna tipologia di danno, si finisce per restare in superficie e si rischia di far apparire semplice una disciplina che, in realtà, è alquanto delicata – afferma Carlo Quipotti, titolare dell’agenzia infortunistica Soluzioni, con sede nel Vicentino –. La giurisprudenza si è pronunciata variamente nel tempo. Ciononostante, per intraprendere un cammino serio, che porti a produrre prove forti, è fondamentale un buon accompagnamento. Ciò significa affidarsi a professionisti qualificati e dalle competenze trasversali, che facciano da faro in queste situazioni a cui si arriva già molto provati e con la speranza di trovare davvero qualcuno di cui fidarsi”.

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